Il 2013 è stato l’anno del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e in questo documentario attraverso un’ accurata ricostruzione storica, ripercorreremo la vita del Maestro.
Partiremo da Roncole Verdi, la sua casa natale, per arrivare fino all’inaugurazione dell’opera a lui dedicata, costruita dall’architetto parmigiano Lamberto Cusani con l’Ara e le statue dello scultore palermitano Ettore Ximenes, in occasione del centenario della sua nascita (1913).
Immagini di repertorio, fotografie dell’epoca e ricostruzione in 3D, ci porteranno indietro nel luogo dalla forma di un grande arco di trionfo sormontato da leoni trainanti un carro mitologico e 28 statue che celebravano altrettante opere del Maestro, collocate in ordine cronologico su alti pilastri.
Attraverso questo lungo percorso tra Parma, Milano e Roma visiteremo i luoghi dove ha vissuto, studiato e lavorato il “Cigno di Busseto”. Potremo ammirare tutto il patrimonio storico-artistico che ci ha lasciato e che oggi è fruibile a tutti: studiosi, curiosi e appassionati di tutto il mondo.
INAUGURAZIONE: 22 FEBBRAIO 1920
LA GENESI
Non avevo mai sentito parlare del monumento fino a quando, da bambino, guardando dei vecchi libri che erano in casa ne ho aperto uno in cui c’era una piccola foto e una breve descrizione. Lì per lì non gli ho dato molta importanza, anzi, pensavo che fosse un progetto mai realizzato perché nel mio immaginario non c’erano tracce in città di un’opera così imponente. Non pensavo che fosse collegata all’Ara, successivamente spostata e ricollocata in Piazzale della Pace accanto al Complesso Monumentale della Pilotta, perché a quel tempo conoscevo poco la città.
Solo anni dopo, durante il periodo della scuola superiore mi è tornata in mente quell’immagine, mi è venuta la curiosità e la voglia di approfondire l’argomento per capire se c’era qualche informazione in più. Ho cominciato a chiedere a tutti quelli che conoscevo, parenti, amici, professori e conoscenti. Quando ho capito della sua esistenza, ho avuto un sussulto, ma poi un senso di frustrazione per non averlo mai visto dal vivo mi ha attraversato il corpo.
È stata una bruttissima sensazione che però mi ha acceso una scintilla. Quel senso di privazione non mi è mai andato giù e con il passare del tempo cercavo di farmi venire delle idee per far “ricordare” o conoscere alle persone quell’opera bellissima dedicata a Verdi.
Poi nel 2011 le Istituzioni hanno cominciato a prepararsi in occasione del Bicentenario della nascita del Maestro e ho capito che quello sarebbe stato il momento perfetto per fare qualcosa. Ancora non sapevo cosa avrei trovato e se mi sarebbe bastato per raccontarlo in un documentario. Sapevo che il tempo sarebbe passato molto velocemente e mi sono attivato immediatamente alla ricerca del monumento perduto.
È stato un lavoro di ricerca molto esaltante, ho lavorato senza sosta per cercare tutto quello che era rimasto: libri, foto, documenti e articoli di giornale mi hanno aiutato a creare il percorso. Poi è stata la volta di “bussare” agli enti, ai musei e agli organi competenti per ottenere i permessi e la possibilità di fare le riprese.
Studiavo la vita di Verdi, dell’architetto Cusani e dello scultore Ximenes giorno e notte. Volevo mettere tutto quello che era legato al monumento. TUTTO. Più avevo informazioni e più ero contento di inserire nella timeline tutto il materiale che mi capitava tra le mani. Mi sentivo molto fortunato di poter lavorare a quel progetto che col passare del tempo prendeva sempre più forma. Lungo questo cammino ho incontrato tante persone, alcune le conoscevo mentre altre sono state una piacevole scoperta, che non smetterò mai di ringraziare perché mi hanno permesso di arrivare in fondo e dare vita ad un SOGNO che avevo da tantissimi anni. Naturalmente, la mia ricerca continua e sono sicuro che col tempo troveremo altri informazioni.
IL DIARIO DI VIAGGIO
In questo diario ho scritto tutto quello che ho trovato lungo la mia strada durante questo lungo e affascinante viaggio. Vedendo tutti i reperti, gli oggetti e i materiali, i miei pensieri si sono trasformate in idee che a loro volta sono diventate parole scritte. Tutto quello che mi girava in testa lo trasformavo in qualcosa che potevo vedere per avere sempre la certezza di seguire la giusta direzione della storia che avevo in mente. Mi ha aiutato molto scrivere, creare, ritagliare ed incollare in questo bellissimo scrigno della memoria. Ho un ottimo ricordo di tutti i luoghi che ho visitato, delle persone che ho incontrato, di quello che ho appreso e ogni volta che lo apro e ne sfoglio le pagine mi sembra di vivere ancora quelle esperienze passate come se fossero oggi stesso.
Il 25 Giugno 2015 si è svolta alla Casa della Musica l’Anteprima del documentario.
Dopo quasi quattro anni di lavoro, finalmente, era arrivato il momento di presentarlo. Quel giorno ero molto teso, ancora incredulo di esserci arrivato in fondo, perché a volte sembra di scalare una montagna e diventa quasi un’abitudine non pensare al traguardo. Fai tanti piccoli passi, cerchi di superare gli ostacoli e ti sembra tutto molto lento e lontano. Segui l’istinto, vai avanti e poi ti ritrovi catapultato al giorno tanto atteso. Ti dimentichi tutto, non sai cosa dire, fai un bel respiro e introduci il progetto al pubblico. Parte la proiezione e il cuore comincia a battere forte, sempre di più. Sei travolto da un vortice di emozioni, ti ritorna tutto in mente contemporaneamente e vedi il film nel film, una specie di dietro le quinte mentre lo realizzavi con le immagini che scorrono sul grande schermo. Titoli di coda. Vieni nuovamente sopraffatto dall’emozione e ti si crea il vuoto in testa. Fai un bel respiro e prendi la parola per condividere la tua passione. Sei di nuovo felice come il primo giorno di riprese.
COSA RIMANE DEL MONUMENTO?
L’Ara del monumento è stata ricollocata in Piazzale della Pace accanto al Complesso Monumentale della Pilotta.
Una delle cose che mi piace maggiormente del mio lavoro è l’esplorazione di lunghi più o meno conosciuti, nella speranza di avere quante più informazioni possibili per completare il racconto della storia. Quando trovi quello che cerchi hai quella sensazione che ti ripaga di tutte le fatiche e ti fa stare bene ed in pace con tè stesso. Mettere insieme ogni piccolo frammento del puzzle come farebbe un detective e trattarli come il più scrupoloso degli archeologi. Il vantaggio è che puoi immedesimarti per qualche istante in questi personaggi anche se non hai le loro competenze. In quel momento fai parte di quel sogno che avevi da bambino e questo ti rende felice.
I 20 bozzetti rimasti, creati dallo scultore palermitano Ettore Ximenes, sono conservati nell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma. Quanti erano in tutto? Quali mancano?
Quando le ho viste per la prima volta non credevo ai miei occhi, ero completamente preso dalla grandezza di queste meravigliose opere e avevo i brividi al solo pensiero di quanto poteva essere bello ed imponente il monumento per chi se lo trovava davanti. Il mio sogno è che qualcuno, un giorno, lo ricostruisca fedelmente e possa ridare alla comunità qualcosa di cui è stata ingiustamente privata. In questa foto siamo al cinema “Arena del Sole di Roccabianca (Parma) e qui potete ammirare le 9 statue superstiti create da Ximenes. Sapete com’erano disposte nel monumento e perché si trovano qui?
Del monumento è rimasto poco, qualche frammento come questi sparsi sulle sponde del torrente Parma vicino al ponte Verdi e forse altri frammenti sono nelle case di qualcuno. Come mai sono finite qui? Perché sono stati presi dei pezzi? Naturalmente c’è una spiegazione anche per questo, la conoscete? Fatemelo sapere.
Sapete riconoscere le opere? Scrivetemi una e-mail con le risposte.
A questo punto siamo arrivati ai titoli di coda. È davvero tutto finito? No, sono sicuro che nel tempo verranno fuori altri dettagli, particolari, frammenti, curiosità e notizie che andranno ad arricchire ulteriormente la nostra conoscenza. Ringrazio tutte le persone, le istituzioni, gli enti pubblici e privati che hanno permesso la realizzazione di questo documentario, con le quali ho avuto modo di apprendere tanto sia dal punto di vista storico che da quello umano. È stato un percorso elettrizzante che mi ha fatto riflettere molto sul patrimonio che abbiamo a disposizione, su come sia importante il lavoro di chi lo valorizza tutti i giorni per conservarne la memoria ed aiutarci a capire meglio la nostra storia e le nostre origini. Vi voglio bene!