Esisteva un diario, scritto durante i giorni di prigionia. L’ho letto anch’io quando ero adolescente. Poi è sparito, probabilmente prestato a qualcuno che lo ha dimenticato da qualche parte. Peccato. Spero che un giorni salti fuori nuovamente perché sarebbe bellissimo poter aggiungerlo al resto. Fu proprio quella lettura e il fatto che ogni tanto in famiglia se ne parlasse di quella brutta vicenda, che mi ha fatto venire voglia di farmi raccontare tutto da mio nonno nel modo più dettagliato possibile. Ho preparato l’attrezzatura e con due telecamere l’ho filmato mentre mi raccontava la sua storia.
In poco tempo ho raccolto abbastanza materiale e mi sono messo subito a trascriverlo, ma col passare dei giorni e lavorando per altre produzioni cinematografiche ho chiesto a mio padre se poteva continuare lui. Con l’aiuto anche di mia madre, sua figlia, hanno ricostruito tutta la storia e tornavano di tanto in tanto a chiedergli se fosse tutto preciso, oppure di chiarire alcuni dubbi venuti fuori durante la stesura. Tutta la famiglia ha contribuito. Io appena potevo rileggevo e poi ci confrontavamo, ma il grosso del lavoro lo ha fatto mio papà.
È un ricordo che conserverò sempre nel cuore, scritto in un momento della mia vita che mi sembra appartenere ad un altro tempo e ad un altro mondo. Un periodo tranquillo con una situazione generale più stabile, ma con la mente molto presente al dolore e alla sofferenza che deve aver passato quella generazione rispetto alla mia. Lo sguardo del nonno, mentre raccontava quelle vicende, era come se stesse rivivendo quelle esperienze ma cercava di non farci percepire la sofferenza che ha passato mentre le raccontava. Le sue emozioni riaffioravano nei suoi occhi sia per i momenti brutti che per quelli belli, come la liberazione e il ritorno a casa dai suoi cari. Lì, mi sono accorto di quanto erano state forti quelle esperienze che non riesco nemmeno ad immaginare. Mi è dispiaciuto avergli fatto rivivere quei momenti, anche solo per pochi attimi. Molte cose me le aveva già raccontate in passato, ma averle dovute dire tutte insieme in pochi giorni ha fatto si che acquistassero più forza emotiva. In quel momento percepisci qualcosa…qualcosa di spaventoso, qualcosa di orribile, qualcosa di brutale: L’ORRORE DELLA GUERRA…e speri che non capiti a te o a chi vuoi bene. Per questo bisogna ricordare e mantenere viva la memoria.