Una volta finita la distribuzione de “Il Solitario”, ho cominciato a lavorare all’idea per realizzare un secondo film. Data la mia grande passione per il genere mi sarebbe piaciuto aggiungere elementi più thriller/horror. Questo mi ha dato modo di entrare dentro ad atmosfere più cupe, con più tensione e mistero. La domanda che mi facevo più spesso era dove portare i futuri malcapitati, dentro a quale brutta situazione farli incappare e a quanto orrore dovevano affrontare. Dopo aver congedato la sceneggiatura è stata la volta della ricerca delle ambientazioni e questa è stata una parte della lavorazione veramente stimolante. Dato che la storia è ambientata alla fine degli anni ’40, dovevo trovare luoghi senza contaminazioni e relativamente lontane da Parma. Ho girato a 360° tutta la provincia, dalla bassa parmense fino all’appennino e credo di aver visitato ogni angolo di quel territorio. Ne ho approfittato per conoscere meglio i luoghi che mi circondano, rimanendone piacevolmente colpito da alcuni e soprattutto dall’ospitalità della gente del posto.
Realizzare questo film è stata una sfida maggiore rispetto al primo film. Stimolante sotto molti punti di vista, ma altrettanto sfiancante in varie situazioni. Una palestra a cui ho dovuto abituarmi molto in fretta. La prima settimana è stata molto intensa e forse la più dura della lavorazione. Finite le riprese non vedevo l’ora di iniziare il montaggio per riguardarmi con calma il girato e cominciare a dargli forma. Mi piace la parte che si dedica alla post produzione, perché puoi ancora creare dal nulla e modificare o addirittura stravolgere alcune parti il film. Qui possono venire idee a cui non avevi pensato e che potrebbero migliorare ulteriormente il lavoro. Dai di nuovo spazio alla creatività anche se ti attieni ad una linea da seguire ben precisa. Quando poi arrivano le musiche e i rumori, piccole e grandi cose dell’audio che danno risalto ad ogni scena, sei ancora più impaziente di finire e con l’ultimo giorno in sala mix audio si conclude anche questo percorso.
Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, in cui finalmente ero arrivato a metà strada ed ero in smania di iniziare a lavorare alla distribuzione. I giorni seguenti passati a preparare i materiali, le strategie, a cercare i canali distributivi, sono letteralmente volati via in un attimo. In generale mi piace tutto il percorso, dal concepimento dell’idea iniziale all’uscita in sala, ma la mia parte preferita rimane sempre quelle delle riprese. Non c’è cosa più bella e stimolante di poter essere sul set e dirigere le scene giorno dopo giorno. Non smetterei mai.